

Avvolta in un rigoglioso paesaggio verde, l’abbazia di Casamari nonostante abbia subito numerose trasformazioni continua a costituire un considerevole patrimonio storico-artistico, in cui il dialogo tra architettura e sapienza costruttiva hanno giocato un ruolo decisivo nella definizione dei caratteri estetici e funzionali del complesso monastico.
Collocato nei pressi del comune di Veroli, questo gioiello architettonico Cistercense, un tempo appartenente ai monaci benedettini, dal XII secolo in poi, assorbe in alcune delle sue parti le forme gotiche borgognone e le tramuta adattandole al contesto in cui si trova. Al complesso si accede tramite un loggiato che, nella parte superiore, presenta quattro bifore ognuna delle quali è composta da colonnine con capitelli fitormofi sui quali si impostano archi a tutto sesto. Una volta superato il loggiato, si apre uno spazioso cortile che accoglie resti di colonne di epoca romana e un’ampia scalinata che consente l’accesso alla chiesa. Questa è preceduta da un nartece a tre navate, voltato con crociere costolonate, che riprende la scansione interna. L’apertura centrale lascia intravedere il raffinato portale strombato la cui lunetta è decorata con elementi vegetali. Muovendosi verso l’interno, si nota come la rigorosità compositiva di questa chiesa, a pianta a croce latina, sia sottolineata dalla ripartizione delle tre navate in sette campate di uguale dimensione in cui l’alzato della navata centrale è composto da matroneo e cleristorio che permettono il passaggio della luce attraverso monofore. L’impiego di pietre da taglio ha permesso la costruzione di possenti pilastri compositi ai quali sono addossate semicolonne pensili, caratteristiche dell’architettura cistercense. Su quest’ultime sono impostate volte a crociera costolonate. Sull’ampio transetto si affacciano sei cappelle e l’abside con terminazione rettangolare che ospita pregevoli stalli in legno intagliato riservati ai monaci. Il chiostro, scandito da bifore costituite da un’alternanza di colonnine tortili e colonnine a fusto liscio, conduce alla sala capitolare, capolavoro dell’architettura cistercense. Quest’ultima è a tre navate e nove campate coperta da volte a crociera che scaricano su pilastri polistili. All’interno di questo complesso monastico sono presenti anche altri ambienti come la biblioteca ed il museo, ma la vera bellezza è racchiusa nella raffinatezza dei piccoli dettagli e dei segni del tempo lasciati dalle continue modifiche apportate al complesso, ancora visibili da occhi esperti, sulle solide pareti degli ambienti esterni.
Arch. Erika Violante